BRAVI, MA NON BUONI

di Lorenzo Parolin[L8/621-687]

I bravi e i volonterosi prendono per buono il Sistema e lo usano così com’è, perché così gli torna utile. Fanno lavorare la gente più debole che c’è in giro per il mondo e traggono profitti dalla differenza tra gli alti ricavi e le basse spese: massimizzano gli uni e minimizzano le altre, senza badare se nel fare ciò calpestano qualcuno, tanto, quello che fanno risulta essere tutto legale, e si ritengono pure benefattori perché pagano delle tasse e distribuiscono degli stipendi (sia pure da fame).
Sono forse da ammirare quelli che hanno successo in questo modo? Mi riferisco agli imprenditori rampanti, alle multinazionali ad alta efficienza, ai manager più ammirati e ai globalizzatori di successo.
No, sono bravi come concentratori di ricchezze, ma non buoni : sono papponi ben organizzati che sfruttano i poveri diavoli, ovunque si trovino, con il favore delle regole del mercato , che sono immorali.
Sì, il nostro Sistema è fondato su principi insani, e quelli che li applicano fingendo di non accorgersi che sono disonesti, meritano tanto disprezzo.
Ma come! Non ti vanno bene neppure quelli che fanno espandere le aziende e distribuiscono lavoro nell’indotto circostante?
Lo hai detto, non mi piacciono, perché sono dei grossi bruchi che mangiano a crepapelle senza mai evolvere in farfalle, anzi, nella vita privata sviluppano i sembianti dei maiali in calore ! Vengono ammirati e lodati per le loro capacità organizzative, ma selezionando e sfruttando le teste migliori e le braccia meno costose, ed escludendo quelle meno convenienti, favoriscono le ingiustizie e le disuguaglianze sociali e preparano disordini, rivoluzioni e guerre. Tuttavia, devo ammettere che non sono gli individui peggiori; ci sono anche personaggi che i loro “guadagni” li traggono dal nulla: stampano soldi a vuoto, speculano in borsa e godono di privilegi indecenti: questi esseri sono ancora più spregevoli.
Le élite finanziarie vanno dunque estirpate e i bravi a produrre/vendere vanno calmierati: gli vanno applicate delle tassazioni da far loro passare la voglia di arricchire troppo e consentire così a tutti di guadagnare a sufficienza. Ciò è compito della Politica , perché la politica attuale è stata lasciata colpevolmente in mani indegne. Il potere politico deve essere affidato ai migliori tra i buoni che abbiano dato prova di essere anche bravi e non avidi. Ciò avverrà in modo naturale quando il popolo sarà costretto dagli eventi fallimentari a ravvedersi e a diventare più saggio.
Nel frattempo possiamo contribuire a far rinsavire (portare a maturazione) almeno uno dei tanti cittadini tonti di nostra conoscenza: noi stessi, per esempio!

 

I bravi si ritengono esseri superiori, ma sono delle nullità rispetto al Supremo e troppo scarsi rispetto a ciò che servirebbe per essere in grado di fare scelte positive. Farebbero dunque bene a non agire da presuntuosi e da semidei, ma a ricordarsi di essere creature, e per giunta creature tarate dall’Evento Originale, e invocare l’aiuto del Forte.
Efficienza, produttività, automazione, riduzione del personale e crescita espansiva, sono forse un bene?   No, se sono su base egoistica.

 

Appena gli affari accennano ad andare bene, subito si comperano l’automobile grossa e si danno alla vita mondana.
Questo la dice lunga sul quoziente di intelligenza di un gran numero di imprenditori che hanno avuto successo nello sfruttare a loro favore le regole malsane del mercato. Essendo vuoti di valori devono pavoneggiarsi mostrando le loro nuove piume.
Per fortuna non è sufficiente mangiare, bere, divertirsi e far lavorare gli altri per avere una felicità robusta, stabile e duratura, bisogna fare i conti anche con la componente spirituale e sociale della vita. È lì che si vince o si perde la partita.

[rif. www.lorenzoparolin.it L8/621-687]